Oggi, in occasione della giornata della terra, 175 rappresentanti di stati del mondo si trovano a New York, all’ONU, per sottoscrivere l’accordo di Parigi, che prevede di ridurre progressivamente le emissioni di CO2 fino a livello zero entro la fine del secolo in modo che il riscaldamento del pianeta non superi 1,5°-2°, temperatura che non sarà senza conseguenze, il livello dei mari salirà ugualmente di 50cm. Ma al momento questo è il compromesso che si è raggiunto ed è molto positivo che tutti i governi siano consapevoli dei danni e dei gravi rischi che stiamo correndo.
Solo il 3% dell’acqua presente sul nostro pianeta è dolce. Più del 2% è in forma solida nei ghiacciai, il restante è concentrato nei grandi bacini lacustri, come i Grandi Laghi nordamericani e il Lago Baikal in Russia che costituiscono lo 0,26%. I sistemi fluviali e le falde acquifere sotterranee in tutto sono lo 0,006%. L’atmosfera contiene lo 0,4% delle acque dolci totali.
Se non interveniamo sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) l’aumento della temperatura salirà di 4° questo provocherà lo scioglimento dei ghiacciai soprattutto ai poli con un innalzamento di 1 metro del livello degli oceani. Tutte le coste della superficie terrestre verrebbero interessate dal fenomeno con gravissimi danni. Purtroppo questo non sarebbe solo l’unica conseguenza che drammaticamente dovremo affrontare, ma è sicuramente la più facile da capire.
Nel frattempo tutti si augurano che la tecnologia riesca ad inventare un sistema per catturare e ridurre la CO2 presente nell’atmosfera. Fortunatamente c’è qualcosa che può essere fatto da ognuno di noi. Non sprecare l’acqua, non inquinarla e mobilitarsi perché le falde acquifere non vengano inquinate e siano controllate. Limitare l’uso di idrocarburi il più possibile (carbone, petrolio), ma anche il metano che inquina meno sia come C02, sia come monossido di carbonio e soprattutto di polveri sottili, purtroppo influisce sulle alterazioni del clima molto di più. Il World Resources Institute conferma che, sia nel processo di estrazione, che durante il trasporto di gas, così come la lavorazione di shale gas, vengono rilasciate in atmosfera quantità rilevanti di gas. In uno studio riferito al solo mercato USA si quantifica siano 6 milioni di tonnellate di metano l’anno che finiscono in atmosfera, pari alle emissioni di 120 milioni di auto.
Il ricorso sempre maggiore alle energie pulite salva la vita al pianeta e soprattutto la salva a noi.